< Rime (Andreini)
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Sonetto XXXVII
Sonetto XXXVI Sonetto XXXVIII

SONETTO XXXVII.


O
De l’Anima mia nobil tesoro

Tu pur risplendi à i boschi, à i monti, à i rivi,
     Che pregiar non ti pon di ragion privi
     Mentr’io quì sola e mi querelo, e ploro.
Deh torna à me, che ’l tuo bel viso adoro
     E lunge scaccia i pensier gravi, e schivi;
     Fuggi gli horrori, ov’à mio danno hor vivi,
     E me consola, che languendo moro.
Rasciuga gli occhi homai dal pianger lassi.
     Ahi che le Fere ti faran più fiero
     S’ivi più tardi, e viè più freddo l’onde.
Più selvaggio le selve e ’l cor’ altero
     In cui durezza natural s’asconde
     In sasso al fin si cangierà tra’ sassi.

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