< Rime (Bembo)
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Carlo, dunque venite a le mie rime
Caro e sovran de l'età nostra onore Girolamo, se ‘l vostro alto Quirino

CXXVIII.

Carlo, dunque venite a le mie rime
vago di celebrar la donna vostra,
ch’al mondo cieco quasi un sol si mostra
di beltà, di valor chiaro e sublime?4

E non le vostre prose elette e prime,
come gemma s’indora o seta inostra,
distendete a fregiarla, onde la nostra
e ciascun’altra età più l’ami e stime?8

A tal opra in disparte ora son volto,
che per condurla più spedito a riva,
ogni altro a me lavoro ho di man tolto.11


Voi, cui non arde il cor fiamma più viva,
devete dir: – omai di sì bel volto,
d’alma sì saggia, è ben ragion ch’io scriva –.14

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