< Rime (Bembo)
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Lasso me, ch'ad un tempo e taccio
Se dal più scaltro accorger de le genti Lasso, ch'i' piango e ‘l mio gran duol

XLIII.

Lasso me, ch’ad un tempo e taccio e grido
e temo e spero e mi rallegro e doglio,
me stesso ad un Signor dono e ritoglio,
de’ miei danni egualmente piango e rido.4


Volo senz’ale e la mia scorta guido,
non ho venti contrarî e rompo in scoglio,
nemico d’umiltà non amo orgoglio,
né d’altrui né di me molto mi fido.8

Cerco fermar il sole, arder la neve,
e bramo libertate e corro al giogo,
di fuor mi copro e son dentro percosso.11

Caggio, quand’i’ non ho chi mi rileve;
quando non giova, le mie doglie sfogo,
e per più non poter fo quant’io posso.14

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