< Rime (Bembo)
Questo testo è completo.
Picciol cantor, ch'al mio verde soggiorno
Sì come suol, poi che ‘l verno aspro e rio Crin d'oro crespo e d'ambra tersa e pura

IV.

Picciol cantor, ch’al mio verde soggiorno
non togli ancor le tue note dolenti,
ben riconosco in te gli usati accenti,
ma io, qual me n’andai, lasso, non torno.4

Alta virtute e bel sembiante adorno
dier lo mio debil legno a fieri venti:
tosto avrai tu, chi suoi novi lamenti
giunga agli antichi tuoi la notte e ‘l giorno.8


Già m’hai veduto a questo fido orrore
venir co’ miei pensieri amici appresso,
e lieto, et io di me vivea signore.11

Or mi vedrai col mio nimico expresso,
e far de la mia pena cibo al core,
del ciglio altrui sproni e freno a me stesso.14

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.