< Rime (Bembo)
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Signor, poi che fortuna in adornarvi
Giovio, che i tempi e l'opre raccogliete Se qual è dentro in me, chi lodar

CXXXIX.

Signor, poi che fortuna in adornarvi,
quant’ella possa, chiaramente ha mostro,

vogliate al poggio del valor col vostro
giovenetto pensero e studio alzarvi.4

Ratto ogni lingua, se ciò fia, lodarvi
udrete, e sacreravvi il secol nostro
tutto ‘l suo puro e non caduco inchiostro,
per onorato e sempiterno farvi.8

Ambe le chiavi del celeste regno
volge l’avolo vostro, e Roma affrena
con la sua gran virtù, che ne ‘l fe’ degno.11

La vita piú gradita e più serena
ne dà virtute, caro del ciel pegno:
di vile e di turbato ogni altra è piena.14

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