< Rime (Bembo)
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Tomaso, i' venni, ove l'un duce mauro
Del cibo, onde Lucrezia e l'altre han vita Felice stella il mio viver segnava

XXIV.

Tomaso, i’ venni, ove l’un duce mauro
fece del sangue suo vermiglio il piano,
di molti danni al buon popol romano,
cui l’altro afflitto avea, primo restauro.4

Qui miro col piè vago il bel Metauro
gir fra le piaggie or disdegnoso or piano,
per mille rivi giù di mano in mano
portando al mar più ricco il suo tesauro.8

Talor m’assido in su la verde riva,
e mentre di Madonna parlo o scrivo,
ad ogni altro penser m’involo spesso.11


Così con l’alma solitaria e schiva
assai tranquillo e riposato vivo,
sprezzando ‘l mondo, e molto più me stesso.14

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