< Rime (Stampa) < Rime varie 
 
 
 
        
      | Questo testo è stato riletto e controllato. | 
Gaspara Stampa -  Rime  (XVI secolo)
| ◄ | Rime varie - CCLXIII | Rime varie - CCLXV | ► | 
CCLXIV
Risposta ad un incerto encomiatore.
     È sí gradito e sí dolce l’obietto
del mio foco, signor, e tanto e tale,
che di soffrir ardendo non mi cale
ogni acerbo martír, ogni dispetto.
     Duolmi sol ch’io non sia degno ricetto
di tanto bene e a tanta fiamma eguale,
e che ’l mio stil sia infermo, stanco e frale
a portar l’opra, ove giunge il concetto.
     E sopra tutto duolmi che la ria
mia fortuna s’ingegna sí sovente
a dilungar da me la gloria mia.
     Che mi giova, signor, che fra la gente,
illustre, come dite, e chiara io sia,
se dentro l’alma mia gioia non sente?
    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.