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A DORI,
Or che le medich’ acque
Serbansi in pronto a Dori,
O faretrati Amori,
Venitela a mirar.
Essa fra i bianchi lini
De l’odoroso letto
Nel guardo e ne l’aspetto
Venere istessa par.
Uno di voi, sbattendo
L’agili penne intorno,
Cerchi temprare il giorno,
E l’acque rinfrescar:
E un altro le rinversi
In lucido cristallo,
E al labbro di corallo
Le vada a presentar.
* * *
Alcuni, mentre Dori
Prende la tazza, e beve,
Godano al fianco lieve
Dolce sostegno far:
E invochino taluni
La sanità ridente,
Che il talamo dolente
Già viene a consolar.
Ma veglino i più scaltri
Fuori de l’aurea stanza,
E in placida sembianza
Concedano l’entrar:
E vadano spiando
Da la socchiusa porta
Quanti la Ninfa accorta
Sappia ne’ lacci attrar.