< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto CXII Sonetto CXIV


SONETTO CXIII

Nella dolce stagion non s’ incolora
  Di tanti fior, ovver frondi novelle
  La terra, nè sparir fa tante stelle
  Nel più sereno Ciel la vaga Aurora;
Con quanti alti pensier s’ erge ed onora
  L’ anima accesa, ricca ancor di quelle
  Grazie del lume mio, ch’ altiere e belle
  Mostra ardente memoria d’ ora in ora.
Tal potess’ io ritrarle in queste carte,
  Qual impresse l’ ho in cor, che mille amanti
  Infiammerei di casti fuochi eterni.
Ma chi potria narrar l’ alme cosparte
  Luci del mortal velo, e quelli interni
  Raggi della virtù sì vivi e santi?

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