< Rime (Vittoria Colonna)
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SONETTO LXI
Quanto di bel Natura al mondo diede
Nell’ opra sua più cara, e più gradita;
Quanto discopre il Sol, quanto si addita,
Che del poter divin ne faccia fede.
Dispregia il Ciel, poi ch’ altamente riede
Quella luce immortale ed infinita,
Per nostra indegnitate a noi sparita,
Che ’n Cielo ha paragon, qui tutto eccede.
Or il chiamarlo ognor, nè ’l piagner sempre,
Fa minor’ il dolor, maggior la speme,
Morto è il rimedio allor che nacque il danno.
E s’ avvien, che ’l martir non mi distempre,
La cagion s’ appresenta, e ’l danno insieme,
Ond’ il rifugio istesso apporta inganno.
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