< Rime (Vittoria Colonna)
Questo testo è completo.
Sonetto LXII Sonetto LXIV


SONETTO LXIII

Spirto gentil, del cui gran nome, altero
  Se ’n va il Leon, c’ ha in mar l’ una superba
  Man, l’ altra in terra, e sol tra noi riserba
  L’ antica libertate, e ’l giusto impero.
Per chiara scorta, anzi per lume vero
  De’ nostri incerti passi il Ciel vi serba,
  E nell’ età matura, e nell’ acerba
  V’ ha mostro della gloria il ver sentiero.
Al par di Sorga, con le ricche sponde
  Di lucidi smeraldi in letto d’ oro,
  Veggio correr di latte il bel Metauro.
Fortunata colei, cui tal lavoro
  Rende immortal, ch’ all’ alme eterne fronde
  Non avrà invidia del ben colto lauro.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.