< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto LXXV Sonetto LXXVII


SONETTO LXXVI

Solco tra duri scogli e fiero vento
  L’ onde di questa vita in fragil legno;
  L’ alto favor, e ’l mio fido sostegno
  Tolse l’ acerba morte in un momento.
Veggio il mal grave, e ’l mio rimedio spento,
  E ’l mar turbato, e l’ aere d’ ira pregno,
  D’ atra tempesta uno infallibil segno,
  E ’l valor proprio al mio soccorso lento.
Non che sommerga le commosse arene
  Temo, nè rompa in perigliose sponde;
  Ma duolmi il navigar priva di spene.
Almen, se Morte il vero porto asconde,
  Mostrimi il falso suo, che chiare e amene
  Mi saran le sue irate e torbid’ onde.

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