< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto LXXXIV Sonetto LXXXVI


SONETTO LXXXV

Penso per addolcire i giorni amari
  All’ amata cagion far degna stima,
  Che viva in Cielo, e ’n terra ancor la prima
  Luce, che ’l secol nostro orni e rischiari.
Tento i gravi martir, dogliosi e cari,
  Narrar piangendo, e disfogargli in rima;
  Prendo consiglio da color, che ’n cima
  D’ alto saper son’ oggi eccelsi e rari.
Veggio, ch’ una volubil ruota move
  L’ instabil Dea, che per vie lunghe, o corte,
  Chi più lusinga, a maggior mal riserba:
Ma non trovando al fin ragion, che giove
  All’ alma, nel suo duol sempre proterva,
  Prego, che ’l pianto mio finisca Morte.

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