< Rime (Vittoria Colonna)
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SONETTO LXXXIV
Quel fior d’ ogni virtute in un bel prato
Con l’ aura della mia gioiosa speme,
Tal’ odor mi diè già, che ’l dolce seme
Fa il frutto amaro ancor soave e grato.
Se n’ è benigno, o pur contrario il Fato,
Non si discerne infin all’ ore estreme,
Che se l’ un mal s’ allenta, l’ altro preme,
Sempre è dubbioso il nostro miser stato.
Ma per cangiar di tempo, o di Fortuna
Non fia cangiato in me l’ alto pensiero
Di lodar la cagion, piangere il danno.
Dall’ antica passion nacque sol’ una
Fede al mio petto, che non men sincero
Del primo giorno sarà l’ ultim’ anno.
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