< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto XCVIII Sonetto C


SONETTO XCIX

Qual Tigre, dietro a cui le invola e toglie
  Il caro pegno (o mia dogliosa sorte!)
  Cors’ io seguendo l’ empia e dura Morte
  Ricca allor dell’ amate e care spoglie.
Ma per colmarmi il cor d’ interne doglie,
  Sdegnosa all’ entrar mio chiuse le porte,
  Che con far nostre vite manche e corte,
  Non empia le bramose ingorde voglie.
Vuol troncar l’ ali ai bei nostri desiri,
  Quand’ han preso spedito e largo volo,
  Per gir del cader loro alta e superba.
Uopo non l’ è, ch’ a numer grande aspiri
  Certa d’ averne tutti; elegge solo
  L’ ore più dolci per parer più acerba.
 

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