< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto XCIV Sonetto XCVI


SONETTO XCV

La mia divina luce, e doppia scorta
  Dell’ alma in questa, ed in quell’ altra vita,
  Qui con l’ esempio al vero onor m’ invita,
  E là col bel pensier sempre la porta.
All’ una, e l’ altra gloria apre la porta,
  E se dai passi miei fosse seguita,
  Io goderei là su quell’ infinita,
  E questa al fin mortal saria men corta.
S’ ella scorgeva un intelletto uguale
  Al lume suo, l’ avria condotto in parte,
  Che saria là beata, e quà felice.
Ma ’l Ciel sì largamente non comparte
  Le grazie sue, nè al mio ’mperfetto lice
  Aver per guida un Sol, per volar l’ ale.

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