< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto XCIII Sonetto XCV


SONETTO XCIV

Se ben a tante gloriose e chiare
  Doti di quello invitto animo altiero
  Volgo la mente ognor, fermo il pensiero,
  Non fur l’ altre di fuor men belle e rare.
Pur perchè quelle son, queste n’ appare,
  Che sian più grate, il casto nostro e vero
  Parrebbe fusse Amor falso e leggiero,
  Se non fusser l’ interne al cor più care.
Ma quanto mai di buon visse fra noi,
  Quanto di bel per occhio uman si scorse,
  Anzi la virtù vera, e la beltade;
In lui rifulse sì, che tutti voi,
  Che lo miraste, or più vivete in forse,
  S’ ebbe tal gloria la più chiara etade.

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