< Rime (Vittoria Colonna)
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SONETTO XCIII
Di quella cara tua serbata fronde,
Che a rari antichi, Apollo, ampia corona
Donasti, allor che all’ almo tuo Elicona
Gustar l’ acque più chiare e più profonde.
Or che ’l gran Giovio nell’ estreme sponde
Del patrio Oceano all’ Indio mar risuona
Con le luci d’ onor, che si ragiona,
Le prime glorie altrui girli seconde;
Orna di propria man la fronte altiera,
Che la sua dotta Musa oggi è sol quella,
Che rende il secol nostro adorno e chiaro.
Questo al Sol vivo mio sua luce intiera
Serberà sempre, e quel soggetto raro
Arà sì degna istoria, eterna e bella.
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