< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto XCI Sonetto XCIII


SONETTO XCII

Qual uom, cui folta nebbia al viso ha spente
  L’ orme del chiaro suo noto viaggio;
  Ma dal piè avvezzo, e dal giudizio saggio,
  Quasi cieco condur dritto si sente;
Tal io già alfin della mia voglia ardente,
  Vidi asconder da Morte il fido raggio,
  Scorta del viver mio; ma pur sempre aggio
  Dell’ alto esempio suo chiara la mente.
Atra notte di fuor, dentro bel giorno
  Scorgo, onde l’ alma desiosa e lieta
  Sempre si volge al mio celeste segno.
Così senza girar gli occhi d’ intorno,
  Quanto posso leggera, all’ alta meta,
  Chi mi scuopre il mio Sol, correr m’ ingegno.

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