< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto XVI Sonetto XVIII


SONETTO XVII

Quand’io dal caro scoglio miro intorno
  La terra, e ’l Ciel nella vermiglia Aurora,
  Quante nebbie nel cor son nate allora,
  Scaccia la vaga vista, e ’l chiaro giorno.
S’ erge il pensier col Sole, ond’ io ritorno
  Al mio, che ’l ciel di maggior luce onora,
  E da quest’altro par, ch’ad ora ad ora
  Richiami l’ alma al suo dolce soggiorno.
Per l’esempio d’Elia, non con l’ardente
  Celeste carro, ma col proprio aurato
  Venir se ’l finge l’amorosa mente
A cangiarne l’umil doglioso stato
  Con l’alto eterno; e in quel momento sente
  Lo spirto un raggio dell’ardor beato.

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