< Rime (Vittoria Colonna)
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Sonetto XXXVII Sonetto XXXIX


SONETTO XXXVIII

Quanta invidia al mio cor felici e rare
  Anime porge il vostro ardente e forte
  Nodo, che l’ ultime ore a voi di morte
  Fe dolci, che son sempre agli altri amare.
Non furo ai bei desir le Parche avare
  In filar, nè più larghe, nè più corte
  Le vostre vite; ond’ or con egual sorte
  Sete vive nel Ciel, nel mondo chiare.
Se ’l fuoco sol d’ Amor legar può tanto
  Due voglie; or quanto a voi Natura e Amore,
  I corpi quella, e questo l’ alme cinse
D’ immortal fiamma? O benedette l’ ore
  Del viver vostro; e più quel lume santo,
  Che sì bel nodo indissolubil strinse.

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