< Rime disperse
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XXX
XXIX XXXI


 
Lasso, ch’ ïo non so di chi biasmarmi,
d’Amor, di me medesmo o di costei,
c’avendo libertà persa per lei
4dovea per suo prigion lieta accettarmi.

Ma Amor volse, non lei, ligato farmi;
anzi ’l vols’io; che pur quest’occhi mei
tenni fermi a quel sol, ch’i sacri Dei
8avria infiammato, e lì volsi ligarmi.

Orsù, biasmamo ognun del proprio errore:
Amor che mel mostrò, io che ’l mirai,
11e lei che fu materia a un tanto ardore.

Anzi laudamo ognun: lei ch’ i suoi rai
dignò mostrarmi, e che ’l permisse Amore,
14e me che più bel sol non viddi mai.

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