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Libro III - Brindisi d'aprile
Libro III - Rosa e fanciulla Libro III - Primavera classica


XXXVIII.

BRINDISI D’APRILE


          Quando su l’elci nere
          E i mandorli novelli
          Tripudia de gli augelli
          4Il coro nuzïal,

          E son le primavere
          Per le colline apriche
          Occhi di ninfe antiche
          8Che guardano il mortal,

          E il sol d’un giovenile
          Riso i verzier saluta
          E pio sovra la muta
          12Landa s’inchina il ciel,

          
          E il fiato de l’aprile
          Move le biade in fiore
          Come un sospir d’amore
          16Di nuova sposa il vel:
          
          Sobbalza allor di palpiti
          Sente le sue ferite,
          Il tronco de la vite,
          20De la fanciulla il cor;
          
          Quella spira odorifere
          Gemme a la fredda scheggia,
          Questa desio lampeggia
          24Nel vergine rossor.
          
          Allora a l’aer tepido
          Tutto fermenta e langue,
          Entro le vene il sangue,
          28Entro le botti il vin.
          
          Tu senti de la patria,
          Rosso prigion, desío;
          E l'aura del natío
          32Colle sommove il tin.
          
          Di pampini giuliva
          La dolce vite è là,
          Tu qui ne’ lacci.... Oh viva,
          36Viva la libertà!


          Andiamo, il prigioniere
          Andiamo a liberar;
          Facciamlo nel bicchiere
          40Rivivere e brillar,
 
          Brillare al colle in vetta,
          Brillare in faccia al sol;
          Ribaci lui l’auretta,
          44Riveda egli il magliol.

E tu arridigli, o sole. Ei di te nacque
Ne’ dí che ad Opi t’infondevi in seno:
De i doni suoi la vita egra compiacque,
48Come te ardente, come te sereno:
Quando tu disparisti, ed ei soggiacque
Prigion celeste in carcere terreno:
Bagna i tuoi raggi nel gentil vermiglio,
52Bacia, sole immortal, bacia il tuo figlio.

Vermiglio questo; ma quell’altro è biondo
Come la chioma tua, lene Agïeo,
Come le ninfe che inseguivi al mondo
56Su le rive felici di Peneo,
Allor che il ionio spirito giocondo
D’ogni splendida cosa iddio ti feo:
Ora le forme belle han tolto esiglio;
60Bacia, sole immortal, bacia il tuo figlio.


Unico ei resta, o sole; ed io d’amore
Unico l’amo, o biondo siasi o nero.
Biondo, è la luce che da i nervi fuore
64Sprizza del canto il creator pensiero;
Nero, è il buon sangue che di fondo al cuore
Ne i magnanimi fatti ondeggia altero:
Versa al biondo i tuoi raggi ed al vermiglio,
68Bacia, sole immortal, bacia il tuo figlio.




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