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LVII.

BRINDISI FUNEBRE


Su ’l viso de l’amore
La rosa illanguidí,
Senza lasciarmi un fiore
4La gioventú fuggí.

Lo stuol de l’ore danza
Lontano omai da me:
Con esse è la speranza,
8L’illusïon, la fe’.

Gli affetti alti ed intensi
Cui fu negato il fin,
I desidèri immensi
12Irrisi dal destin,


Tutti nel mio pensiero
Tutti sepolti io gli ho;
E al fósco cimitero
16Custode fósco io sto.

Ma i nervi ancora ho forti:
Beviam, beviamo ancor:
Beviam, beviamo a i morti;
20Con essi sta il mio cuor.

Sotto la terra nera
Giacciono ad aspettar;
La dolce primavera
24Forse li fa svegliar.

Senton de i freschi venti
L’alito ed il sospir,
Senton fra l’ossa algenti
28La verde erba salir.

Lo senti il dolce aprile,
Il sol lo vedi tu?
O pargolo gentile,
32Solo tu sei laggiú?

Dal suo lontano avello
Ti parla, o fanciullin,
Il bianco mio fratello
36Dal bel castaneo crin?


Gli avi ne i giorni fóschi
Ti vengono a cullar,
L’uno da i colli tóschi,
40L’altro dal tósco mar?

O sola e mesta al petto
La madre mia ti tien?
Riposa, o fanciulletto,
44Sopra il fidato sen.

Beviamo. Ahi che nel cielo
Impallidisce il sol,
E mi circonda il gelo,
48E si sprofonda il suol.

Come uno stuol di gufi
A vecchio monaster,
Tra gli umidicci tufi
52Singhiozzano i pensier.

Per questo buio fondo
Chi è chi è che va?
Esiste ancora il mondo,
56La gioia e la beltà?

Ne’ lucidi paesi
Ancora esiste amor?
Io giú tra’ morti scesi
60Ed ho sepolto il cuor.



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