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LII.
MATTINATA
Batte a la tua finestra, e dice, il sole:
Lèvati, bella, ch’è tempo d’amare.
Io ti reco il desir de le vïole
4E gl’inni de le rose al risvegliare.
Dal mio splendido regno a farti omaggio
Io ti meno valletti aprile e maggio
E il giovin anno che la fuga affrena
8Sul fior de la tua vaga età serena.
Batte a la tua finestra, e dice, il vento:
Per monti e piani ho viaggiato tanto:
Sol uno de la terra oggi è il concento,
12E de’ vivi e de’ morti un solo è il canto.
De’ nidi a i verdi boschi ecco il richiamo
— Il tempo torna: amiamo, amiamo, amiamo —
E il sospir de le tombe rinfiorate
16— Il tempo passa: amate, amate, amate. —
Batte al tuo cor, ch’è un bel giardino in fiore,
Il mio pensiero, e dice: Si può entrare?
Io sono un triste antico vïatore,
20E sono stanco, e vorrei riposare.
Vorrei posar tra questi lieti mâi
Un ben sognando che non fu ancor mai:
Vorrei posare in questa gioia pia
24Sognando un bene che già mai non fia.