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XXXVI.
MATTINO ALPESTRE
Da l’orïente palpita
Il giorno, e i primi raggi
Scendon soavi a frangersi
4Tra ’l nereggiar de’ faggi.
Guizzan su ’l fiume e ridono
Tra i mormorii de l’onde,
Come occhi d’una vergine
8Che a nuovo amor risponde.
Scorron su ’l monte; e s’anima
D’un riso anch’ei, ma tardo,
Come al giocar de i pargoli
12La faccia d’un vegliardo.
Già son fulgore, e spandesi
Per la vallèa fiorita,
Come speranza giovine
16In su l’aperta vita.
Ondeggia dal pian rorido
E si raccoglie e stende
Un velo di caligine
20Che al sole argentea splende.
Floridi i colli emergono;
Ma le case e le piante
Come sogni traspaiono
24Entro il vel biancheggiante.
Da i fumeggianti culmini
Tra i giuochi de la luce
Desío ne l’alto a querule
28Coppie i palombi adduce.
Le terse ali riflettono
Il limpido splendore.
Passano lampi ed iridi,
32Il ciel sorride amore.