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LXXXV.


L’un dopo l’altro i messi di sventura
Piovon come dal ciel, Longwy cadea.
E i fuggitivi da la resa oscura
4S’affollan polverosi a l’Assemblea.

— Eravamo dispersi in su le mura:
A pena ogni due pezzi un uom s’avea:
Lavergne disparí ne la paura:
8L’armi fallían. Che piú far si potea? —

— Morir — risponde l’Assemblea seduta.
Goccian per que’ riarsi volti strane
11Lacrime: e parton con la fronte bassa.

Grande in ciel l’ora del periglio passa,
Batte con l’ala a stormo le campane.
14O popolo di Francia, aiuta, aiuta!



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