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LXXXVI.


Udite, udite, o cittadini. Ieri
Verdun a l’inimico aprí le porte:
Le ignobili sue donne a i re stranieri
4Dan fiori e fanno ad Artois la corte,

E propinando i vin bianchi e leggeri
Ballano con gli ulani e con le scorte.
Verdun, vile città di confettieri,
8Dopo l’onta su te caschi la morte!

Ma Beaurepaire il vivere rifiuta
Oltre l’onore, e gitta ultima sfida
11L’anima a i fati a l’avvenire e a noi.

La raccolgon dal ciel gli antichi eroi,
E la non nata ancor gente ci grida
14“O popolo di Francia, aiuta, aiuta.„



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