Questo testo è stato riletto e controllato. |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Angelo Poggesi
I1
Schifar le rose, ed abbracciar le spine,
Non curare diletti, e porsi in guai,
Un carcere bramar, che non ha fine
Senza speranza d’uscir fuor giammai;
5Di serva in guisa aver reciso il crine,
Bendar degli occhi i luminosi rai,
Questi saranno i vanti e le meschine
Glorie, se i Chiostri ad abitarne andrai,
Sconsigliata Donzella arresta il piede;
10Ove ti porta un folle e van desìo?
E chi mi toglie così ricche prede?
Sì disse il Mondo; ed ella affisa in Dio
Con occhio fermo d’animosa fede,
O sprezzò ’l sermon empio, o non l’udìo.
- ↑ Questo e il seguente Sonetto, sono per Monache.
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.