Questo testo è incompleto.
Due cavalier valenti d'un paraggio Amor m'auzide— Perché?—Per ch'io amo
Questo testo fa parte della raccolta II. Ser Iacopo da Leona

I

Del modo, che Rustico Filippi tiene per poter fare il bellimbusto.

Segnori, udite strano malificio,
che fa il Barbuto, Tanno, di ricolta:
di’e’ verso l’aia rizza tal dificio,
4che tra’ si ritto, che non falla volta.
Or non è questo ben strano giudicio,
ch’a consumare ha si la gente tolta?
Chi gli averebbe dato questo uficio,
8ch’ad ogn’oni va pognendo dazo e còlta?
Non giova che la moglie Tammonisce:
— Che non pensi di queste tue fanciulle,
11se non che sopra ti pur miri e lisce? —
Que’ risponde: — Perché non le trastulle?
Tórre a’ compagni non mi comparisce,
14ca rimedir non posso pur le culle. —

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.