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IV1


Senti l’Angel di Dio che le sonore
     Penne aprendo a te reca alta novella:
     A che paventi, a che di bel rossore
     Tingi l’intatto volto, o Vergin bella?
5Mira laggiù fin dal beato orrore
     La prima madre al suo Fattor rubella;
     Che pensierosa ancor sul tuo timore
     Pende dal dubbio suon di tua favella,
Dall’affidato labbro esca l’amico
     10Libero accento, e tutta avvivi e terga
     La prole infusa del delitto antico;
E vinte dando al suol le nere terga
     Frema sotto il bel piè l’angue nemico,
     E in van le terre d’atre spume asperga.

  1. Per Maria N. D. Annunziata.


Note

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