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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
XXIV
SER LIO
Fra le nuore ser Lio, mentre che avvampa di faggi a vegghia il focolar paterno, le man stropiccia; e novellando campa, ingannata la morte, un altro verno. Loda i costumi de l’antica stampa, trinca in ruvido nappo il suo falerno, e sul piè ritto e sul codin s’accampa, spargendo sali di piacevol scherno. Sindaco, e’ s’alza a primo suon di squilla, e, incurante di ghiaccio o di rovaio, va i casetti a raccór de la sua villa. Noie e balzelli ai sudditi sparagna: per trono un guscio, ed ha per manto un saio: pare un picciolo re de l’Alemagna. </poem>
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