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Di spiegar vostri vanti Stupor de la natura, onor de l'arte
Questo testo fa parte della raccolta Antonio Bruni

XI

I BACI


1.

     Soavissimi baci,
che son nettare ai labri e manna ai cori,
giá mi desti, o Licori.
Quinci un bacio vorrei
rapir co’ labri miei,
per dir se sian piú dolci e piú graditi
i donati o i rapiti.


2.

     Bacia, baciami, o Clori,
ma ’l tuo bacio si scocchi
o nel labro o negli occhi;
perché l’anima mia,
che negli occhi e nel labro ognor desia
e baciarti e mirarti
o mirarti o baciarti,
goda pari dolcezza, amante amata,
o mirata o baciata.


3.

     Perché, mentre mi baci,
donna, mi mordi e vuoi
ch’io provi dolci i baci e i morsi tuoi?
Aggiungi i morsi ai baci,
perché nel labro impresso il bacio io miri?
Sí, sí, con labri accesi e denti ingordi
bada, baciami pur, mordimi, mordi,
perché dolcezza egual l’anima sente,
se talor morde il labro e bacia il dente.

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