Questo testo è completo.

 
Sola, tu dici; a te pare un deserto
questa sala ov'io son con mille e mille;
tra quest'ombre agli inconsci occhi coperto,
un fuoco serba vivide scintille.

5Forte accalora quanto più è segreto,
arde e s'addoppia quanto più è nascosto,
e a poco a poco ogni angolo fa lieto,
e a poco a poco illumina ogni posto.

Tendo le ciglia e nella notte io vedo,
10tendo gli orecchi e bei silenzi ascolto,
non alle cose trapassate io riedo,
ma riede a me quanto è ad altrui sepolto.

Voci amanti m'incuorano, saluti
d'ignoti al mondo, a me cari e alle Muse,
15volti agli inetti eternamente muti,
labbra per sempre ai negligenti chiuse.

Là nel fastidio delle vie frequenti
e in mezzo all'urto delle turbe, e ai rudi
reclami, e alle perenni ansie, e alle urgenti
20cure, o fra stolte ebbrezze o fra i tripudi,

sola tu, o non intesa anima! Sola
ove pieno è clamor, ma vuoti e privi
sono i cuori, le menti e la parola;
sola, tra le fuggenti ombre dei vivi.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.