< Sonetti (Foscolo)
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Ugo Foscolo - Sonetti (1803)
Perché taccia
◄ | Te nudrice alle Muse | Così gl'interi giorni | ► |
I.
Perchè taccia il rumor di mia catena
Di lagrime, di speme e di amor vivo,
E di silenzio; chè pietà mi affrena
4Se con lei parlo, o di lei penso e scrivo.
Tu sol mi ascolti, o solitario rivo,
Ove ogni notte Amor seco mi mena,
Qui affido il pianto e i miei danni descrivo,
8Qui tutta verso del dolor la piena;
E narro come i grandi occhi ridenti
Arsero d’immortal raggio il mio core,
11Come la rosea bocca e i rilucenti
Odorati capelli, ed il candore
Delle divine membra, e i cari accenti
14M’insegnarono alfin pianger d’amore.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.