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Questo testo fa parte della raccolta Rime scelte di poeti del secolo XIV/Pieraccio Tedaldi


IN MORTE DI DANTE ALLIGHIERI


     Sonetto pien di doglia, scapigliato
Ad ogni dicitor tu te n’andrai,
E con gramezza a lor racconterai
4L’orribil danno il qual n’è incontrato.
     Chè l’ultimo periglio disfrenato,
Il qual in sè pietà non ebbe mai,
Per darne al cor tormento e pene assai,
8Nostro dolce maestro n’ha portato;
     Cioè il sommo autor Dante Alinghieri,
Che fu più copioso in iscïenza
11Che Catone, Donato o ver Gualtieri.
     Chi ha senno di vera conoscenza
Ne dee portar affanno nei pensieri,
14Recandosi a memoria sua clemenza.

(Dal volume II delle Poesie italiane inedite di dugento autori, ecc., pubblicate da Francesco Trucchi; che ricavò il secondo e il terzo di questi Sonetti dal Cod. Vat. 3213, e il quarto dal Riccard. 1118.)

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