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MARSILIO FICINO A BERNARDO DEL NERO
ED ANTONIO MANETTI
SALUTE
Sogliono i mortali quelle cose, che generalmente e spesso fanno, dopo lungo uso farle bene: e quanto più le frequentano farle meglio. Questa regola per la nostra stoltizia, e a nostra miseria, falla nello Amore. Tutti continovamente amiamo in qualche modo, tutti quasi amiamo male: e quanto più amiamo, tanto peggio amiamo. E se uno in centomila ama rettamente, perchè questa non è comune usanza, non si crede. Questo mostruoso errore (guai a noi!) ci avviene, perchè temerariamente entriamo prima in questo faticoso viaggio di Amore, che impariamo il termine suo, e il modo di camminare i pericolosi passi del cammino. E però quanto più andiamo, tanto più (ohimè miseri!) a nostro gran danno erriamo. E tanto più importa lo sviarsi per questa selva oscura, che per gli altri viaggi, quanto più numero e più spesso ei si cammina.
Il Sommo Amore della Provvidenza divina, per ridurci alla diritta via da noi smarrita, anticamente spirò in Grecia una castissima donna, chiamata Diotima sacerdotessa: la quale da Dio spirata, trovando Socrate filosofo dato sopra tutto allo Amore, gli dichiarò, che cosa fusse questo ardente desiderio, e per che via ne possiamo cadere al sommo Male e per che via ne possiamo salire al sommo Bene. Socrate rivelò questo sacro misterio al nostro Platone: Platone filosofo sopra gli altri pio, subito un libro per rimedio de’ Greci ne compose. Io per rimedio de’ Latini il libro di Platone di greca lingua in latina tradussi: e confortato dal nostro magnifico Lorenzo De’ Medici, i misterii, che in detto libro erano più difficili, comentai: e acciò che quella salutifera manna, a Diotima dal Cielo mandata, a più persone sia comune e facile, ho tradotto di latina lingua in toscana i detti Platonici misterii, insieme col comento mio: il quale volume dirizzo principalmente a voi Bernardo Del Nero, e Antonio Manetti, dilettissimi miei: perchè son certo, che lo Amore, il quale vi manda il vostro Marsilio Ficino, con Amore riceverete: e darete ad intendere a qualunque persona presumesse leggere questo libro con negligenzia, o con odio, che non ne sarà capace in sempiterno. Imperocchè la diligenzia dello Amore, non si comprende con la negligenzia: e esso Amore, non si piglia con l’odio.
Il santo Spirito Amore Divino, il quale spirò Diotima, ci allumini la Mente, e accenda la volontà in modo, che amiamo lui in tutte le sue opere belle: e poi amiamo le opere sue in lui: e infinitamente godiamo la infinita sua Bellezza.