Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
1. Ne l’odorato e lucido Orïente, 2. A cui più ch’altri mai servi e devoti, 3. La qual in somma è questa: ch’ogni uom viva e sopra ogn’altro come gran peccato 4. A questo confortando il popol tutto, 5. – Fedeli miei, che sotto l’Euro avete 6. E se pur fia che le mie insegne sante la gente che non l’have udito ancora 7. Sì come là, dove ‘l mio buon romano 8. L’una ha ‘l governo in man de le contrade, 9. E vanno argomentando, che si deve non mi riten quel regno a questo tempo, 10. Però vorrei ch’andaste a quelle, fere 11. Accingetevi dunque a l’alta impresa: 12. Così detto disparve, e le sue chiome senza dimora giù per camin dritto, 13. Le Piramidi e Memfi poi lasciate, 14. E son or questi, ch’io v’addito e mostro, 15. O Donna in questa etade al mondo sola, alma gentil dignissima d’impero 16. qual credenza d’aver senz’Amor pace, 17. Amor è grazïosa e dolce voglia, 18. Però che non la terra solo e ‘l mare, ch’ancor la bella machina superna 19. Anzi non pur Amor le vaghe stelle 20. Questa per vie sovra ‘l penser divine 21. Questa fe’ dolce ragionar Catullo via con le penne de la fama impigre 22. Questa fe’ Cino poi lodar Selvaggia, 23. La qual or cinta di silenzio eterno 24. Questa novellamente ai padri vostri quanta Amor da’ bei cigli alta e diversa 25. Cosa dinanzi a voi non pò fermarsi, 26. Quanto in mill’anni il ciel devea mostrarne 27. Rose bianche e vermiglie ambe le gote ma l’accoglienza, il senno e la virtute 28. Se non fosse il penser crudele et empio, 29. Così più d’un error versa dal fonte 30. E per bocca di lui chiaro vi dico: giardin non colto in breve divien selva, 31. È la vostra bellezza quasi un orto, 32. Ahi poco degno e ben d’alta fortuna, 33. Qual fôra un uom, se l’una e l’altra luce tal è proprio colei, che, bella e verde, 34. Non vi mandò qua giù l’eterna cura. 35. Come, a cui vi donate voi, disdice, 36. Il pregio d’onestate, amato e colto son fole di romanzi e sogno et ombra, 37. Non è gran meraviglia, s’una o due 38. Il qual errando in questa e ‘n quella parte, 39. Come avrian posto al nostro nascimento non si pecca da lor, né voi peccate, 40. Mirate quando Febo a noi ritorna, 41. Pasce la pecorella i verdi campi, 42. Che giova posseder cittadi e regni, e di bellezza pareggiar il sole, 43. Ma che non giova aver fedeli amanti, 44. Quanto esser vi dee caro un uom, che brami 45. O quanto è dolce, perch’Amor la stringa, e come non so che si bea con gli occhi, 46. Puossi morta chiamar quella, di cui 47. Però che voi non sete cosa integra, 48. Così voi vi trovate, altrui cercando, che torvi il regno? e questo assai più vale: 49. Ond’io vi do sano e fedel consiglio: 50. Ancor direi; ma temo, non tal volta |