< Tebaldo e Isolina
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Atto Secondo
Atto Primo

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

Sala.

Cavalieri, Congiunti, in varj gruppi, poi
Ermanno, Geroldo, Clemenza


Coro Isolina sola, e mesta

Geme oppressa nel dolore:
Concentrato il genitore
Cura acerba chiude in petto.
La tristezza è in ogni aspetto
Il sospetto in ogni cor.
Erm. Ah! fremendo ancor rammento
Quella voce, quell’accento;
Ei richiama al mio pensiero
Triste immagini d’orror.
Cle. Quell’incognito guerriero
Mal celava il suo furor.
Ger. Avvampare a quell’aspetto
D’ira il cor sentìa nel petto,
La baldanza dell’altero
Si dovea punire allor.
Tutti a parti   E il terribile mistero
In cui fiero s’avvolgeva?
Minacciava: s’ascondeva
Forse in esso un traditor, poi con forza
Ma paventi: seco tremi
Chi lo segue a’ rei disegni,
Debellar saprà gl’indegni
Questo brando, il mio valor.
Ger. Astringer un tuo cenno allor dovea
Quell’audace a scoprir. ad Erm.

Erm.   Io rispettai

La fè di Cavaliere, e di Sigerto
Il congiunto o l’amico:
Cle.   E di Sigerto
Il congiunto o l’amico, a che celarsi,
E minacciar?
Ger.   V’è pure chi sospetta
Di Sigerto.
Erm. con calore   E l’offende. Traditore
Il mio liberatore! - Io non gli rendo
Mercede così ingrata. D’ogni intorno
Però ognora si vegli: Al nuovo giorno
La schiera tu raggiungi. a Ger.
Ger.   E se vi fia
Chi ancor la selva infesti o ne cimenti,
Si disperda, s’annienti. part.


SCENA II.
Isolina avanza lentamente pensosa, poi Clem.


Is. Oh, Sigerto! Sigerto!

De’ miei dolci pensier tenero oggetto,
Mio solo e primo affetto,
Qual astro animator tu comparisti,
E Isolina fu lieta. - Tu partisti,
E d’Isolina il core
Tristo torna a languir nel suo dolore.
Ah dove sei, mio bene? - e chi sà quando
A me ritornerai! agitata
Chi sà! forse... più mai! Cielo! - qual fiero
Orribile pensiero! si concentra
Cle. con foglio   Questo foglio presentandolo
Lo Scudier di Sigerto a te recava.
Is. Un foglio di Sigerto! - Ah! porgi. Ei dunque

Fido a me pensa ognora! rasserenandosi

Io son felice ancora.
Consolatemi voi, del caro bene
Soavi accenti: apre il foglio Come balza il core!
Isolina, l’amore(legge
Unì l’anime nostre,
E t’odio le divide
turbandosi   Ohimè!...
 Tremendo
Arcano io ti celai:
Deh! perdona all’amor... sappilo omai...
Non fremere al mio nome...
crescendo d’agitazione Oh cielo! „ Io sono
Il misero Tebaldo d’Altemburgo;
Ei Tebaldo! Oh destino! amica! colpita
si appoggia a Clem.

Cle.   E quale
Affanno! quale evento!
Is. Il più orrendo „Io ti perdo; un giuramento,
L’onore, il dover mio...
Ti fuggo, e moro - Non odiarmi... Addio,
Is. Qual arcano fatal! che lessi io mai?
Fugge Tebaldo ed infelice vola
Incontro a morte! Ah, se fia vero, o Cielo,
Che pietoso tu accolga il pianto umano,
Fa che Isolina non lo versi invano!
          Ah che intesi me infelice!
          Io ti perdo, avversa sorte!
          Ei mi fugge; incontro a morte
          Il mio bene; ah quale orror!
          Fra tante angoscie e pene
          Mancar mi sento il cor,
          E omai sol bramo e chiedo
          Che uccidami il dolor.

Cle. Deh! soccorso per pietà

Coro Quai lamenti? ciel che avvenne?
Cle. La vedete? oppressa geme
Coro Quale affanno il cor le preme,
Qual mi desta in sen pietà,
E che mai languir la fa?
Isol.   Se deggio perderti
               Sposo adorato,
               Sia pur terribile
               Quanto può il fato,
               Nò, che dividerci,
               Giammai potrà.
Coro   Istante più terribile
               Di questo non si dà.
Isol. Ah non reggo a tante pene
          Ah conforto a tanti spasimi
          Ciel chi mai mi porgerà?
Fra il padre, e il caro bene
          Mi sento il cor dividere
          Mancar mi sento già parte,


SCENA III.


Cle. Al disperato duol che la trasporta

Non s’abbandoni l’infelice. Oh quanto
Successive di gioje e di tormenti,
L’instabile fortuna
Aspre vicende in un sol giorno aduna, parte


SCENA IV.


Grotte nell’interno delle Montagne Etzeburge, attigue ad Altemburgo. Varj massi cristallizzati, dei quali sono sparse rendono scintille di mille colori contro la luce delle fiaccole che ardono avanti due rozzi sepolcri: su d’uno è scritto: Sigiberta di Weissenfeldt sposa di Boemondo d’Altemburgo, assassinata da Corrado di Tromberga; sull’altro Costanza figlia di Boemondo d’Altemburgo: morta nelle torri di Wurtzburgo, per atrocità di Corrado di Tromberga.

Boem. appoggiato in atto di profondo dolore alla tomba di Sigiberta. Il di lui elmo, e il di lui scudo sono sul piedestallo della tomba. La bandiera d’Altemburgo v’è piantata al disopra.


Boe. Oh sposa! Oh figlia! cari,
E sventurati oggetti
De’ miei teneri affetti. ecco di voi
Ciò che mi resta, fredda polve. Oh! quanti
Su voi caldi sospiri, amari pianti,
Da tre lustri versai!
Ma le nostre vendette io cominciai
Sull’atroce Corrado, sull’infame
Vostro assassin, del suo vil sangue aspersi
Le vostre tombe, e tutto fra momenti
Si verserà quel dei Tromberga. Ah! questo
E’ il segnale. I compagni lontana musica
Ecco riuniti. Oh come,
Di vendetta al momento,
Avvampare; anelar, cor mio ti sento!
uno Scudiere gli allaccia l’elmo


SCENA V.

Molti Cavalieri armati in negri arnesi s’avanzano. Boem. verso di essi giulivo, li abbraccia. Soldati, e Scudieri nel fondo.


Coro Volto è all’occaso il dì, - E già il notturn’orror
     E terra, e ciel coprì - Eccoci a te:
Divide il nostro cor - Il giusto tuo furor;

     Hai già la nostra fè;

     E’ l’ora di pugnar, - Di trionfar.
     Strage, morte, terror - Con noi sarà.
     E l’ombra inulta ancor - Esulterà.
Boe. Sì. Vincerem. Con voi
E’ sicuro il trionfo, amici eroi,
Fedeli, invitti. Divideste un giorno
Meco le glorie, ed i contenti; or torno
A guidarvi agli allori: I miei nemici
Son pur nemici vostri, I traditori,
Che tutto a me rapito
Hanno finor già trionfaro assai:
Tremino innanzi a voi, cadano omai.
     Fido a voi le mie vendette, con grandez.
     La mia gloria in tal momento,
     Vi sia scorta al gran cimento
     L’alta voce dell’onor.
Coro   Tu ci guidi al gran cimento: decisi
     Compirem le tue vendette,
     Tremeranno di spavento,
     Sì cadranno i traditor.
Boe.   Quelle tombe contemplate con crescente
fremito

     Sposa, e figlia là svenate,
     Vedo il sangue, odo i lamenti,
     Le ricordo ancor morienti.
     Coro Taci, io fremo, quali orrori!
     L’alma avvampa di furor.
Boe.   Voi gemete! Voi fremete! con trasp.
     Le mie smanie comprendete!
     Oh! venite, m’abbracciate, tutti lo circon.
E quell’ombre sventurate - Or giurate vendicar
O perire, o trionfar.
Co. Si, quell’ombre sventurate - Giuriam tutti vendicar
O perire o trionfar.

Boe. Ecco il primier momento,

     Dopo sì lunghi affanni,
     Che un raggio di contento
     Brillando al cor mi va. stacca la band.
Questa di gloria - Nobile insegna
Alla vittoria - Ci guiderà.
E il nuovo giorno - Al suo ritorno
Il mio trionfo - Rischiarerà.
Coro Dunque al cimento. - Alla vittoria
Vendetta e gloria - Ci guiderà. I Cav. s’uniscono e lo seguono, i Soldati marciano dopo di essi.


SCENA VI.
Sala illuminata da fanali


Isol. Io più non reggo: è troppo

Atroce insopportabile il mio stato.
Presagj spaventevoli... tremende
Immagini... Il mio cor ch’è crudamente
Stretto da man di ferro... la mia mente,
Che fra gli orror s’esalta, e si figura
L’infelice idol mio
Esule, fra perigli, e forse! - *Oh! quale
          * rumore di dentro: tumulto crescente:
               indi trombe, tamburi.
Tumulto! — e che!... Il segnale agitata
Questo è d’allarmi... e qual nuova sciagura!...
Oh padre!... avviandosi, incontrandolo


SCENA VII.
Ermanno, Cavalieri, Soldati, ed Isolina.




Erm.   L’inimico
È in Altemburgo: Isol. E come?...

Erm. S’ignora ancor; Isol. Ma chi!...

Erm. Risuona il nome
Di Boemondo. Isol. colpita Cielo!
Erm. Dalle tombe
Ricomparso si dice: il traditore
Sperava di sorprenderci, ed inermi;
Ma Geroldo vegliava, e a lui s’oppose
Col fior de’ prodi.
Isol.   Ah! - se mai!...
Erm. Di Geroldo
Al soccorso m’affretto: Ben difese
Son queste soglie... calmati. parte col seguito


SCENA VIII.
Isolina, indi Tebaldo


Isol.   Per quanti
Palpitare, tremare ora degg’io!
Padre, germano, amante!...
Teb.   Eccola: oh Dio!...
affannoso smarrito con spada nuda e tinta di san.
E come a lei!... s’avanza
Isol. Tu qui, respiro ancora: lo vede e con gioja
Nel suo dolor nei suo periglio accorri
Ad Isolina tua.
Teb. confuso   Tu mia! — no: venni... con pena
Pria che il destin... volli vederti... è questo
L’ultimo addìo.
Isol. si turba   Che dici? — Ah! no:
Teb. come sopra   S’io resto!...
Isolina... non sai!...
Isol. Oh! parla!
Teb.   M’odierai.
Isol. agitata   Quale mistero!

Teb. Orribile Isol. Qual sangue

 <span class="is">osservando la spada di Tebaldo
Tinge il tuo brando?
Teb. Non cercarlo — Addìo
celandolo inorridito fremente per partire
Is. No, se tu m’ami...
Teb. partendo   Ah! ch’io...


SCENA IX.
Clemenza, e i precedenti


Cle. desolata entrando   Miseri noi!...
Isol. chiamandolo   Tebaldo...
Cle.   Egli Tebaldo! - l’uccisore
Del tuo fratel!... avanza con fremito.
Isol.   Gran Dio! colpita con raccapric.
Morto Geroldo - E tu!...
Teb. con pena   Del padre mio
Che di Geroldo ai piè cadeva estinto,
Salvar dovea la vita... or che di figlio
Adempiuto ho al dover, quel di sorella
Or tu compisci omai; le presenta la spada
Isol. Io... barbaro!
Teb.   T’intendo: A me non lice
Tal sorte desiar:
Dal Padre tuo, la morte
Disperato a implorar, corro.
Isol.   T’arresta;
Non mi lasciar così.
Teb.   Tu mi perdoni?
Is. Che tu viva, ti chiedo;
Teb.   Io m’allontano,
Ah! che sarà di me!

Isol.   Fato inumano

Nel rivederti o caro,
Dopo sì reo cimento
A non temere imparo.
Dolce una speme io sento.
Che in cor sospende i palpiti,
Ed esultar mi fa.
A te vicina io sfido
La mia fatalità.
Teb. Nel rivederti io tremo
Pensando al tuo periglio,
Cara per te, sol temo;
La benda ho già sul ciglio,
Che se ti devo perdere
La vita orror mi fa.
A te vicino io gelo
L’alma più ardir non ha.
a 2 Nel mirarlo in petto io sento
Un eccesso di contento,
Quasi scordo in tal momento
Del destin la crudeltà.
Teb. Vien gente! Ohimè! Ti lascio,
Addio. Mio ben! (che pena!
a 2 Sì, ma quel core è mio,
E niun lo toglie a me.
Potrà l’infida sorte
Condurmi in braccio a morte,
Ma togliermi il tuo core
Possibile non è.
Se palpito d’amore
Palpito sol per te. partono

SCENA X.

Coro de’ Cavalieri


Vittoria vittoria, - Ma canti di gloria

Uniscali feroci - Le grida, le voci,
Vendetta, e furor.
Il fier Boemondo - S’insegua, non fugga
Si sveni, si strugga - Vendetta furor. par.


SCENA XI.

Notte


Piazza avanti il palazzo d’Altemburgo, i di cui appartamenti si veggono in parte illuminati. Gotici fabbricati all’intorno: — Magnifico Tempio lateralmente. Guardie sotto il portico del Palazzo.

Tebaldo avanza concentrato


Notte tremenda, orribil notte! oh! fossi

      Tu l’estrema per me! — Di morte in seno
      Avrebber fine i miei tormenti almeno:
      Cessò il tumulto: avversa ognor la sorte
      I disegni tradì del genitore:
      I suoi fuggiro... e in mezzo a tanto orrore
      Di lui che avvenne mai?
      Invano io ne cercai — Forse!... si trovi,
      Si salvi, si divida il suo destino,
      E poi... senza Isolina!...
      Morir... deliberato s’avvia — odesi dal
palazzo preludio d’arpa
     Ciel! — qual contento;
si ferma lo ascolta e con tenerezza
Lo conosco: lo sento nel mio core...
E’ la man d’Isolina, è il suon d’amore...

Tal quella prima volta che l’intesi,

seguita sempre il suono dell’arpa
E che di lei m’accesi, era l’incanto...
Ma allora era felice — or trista, e sola
Forse a me pensa, e il suo dolor consola.
       Caro suono lusinghier,
       Dolce ognor mi scendi al cor;
       Tu richiami al mio pensier
       I piacer d’un casto amor...
       Quel bel dì, che ci rapì
       Di sua pura voluttà...
       Dove andò, mio ben, quel di!
       Ah! mai più ritornerà. par.


SCENA XII.

Ermanno, Isolina, Cavalieri, Guardie.


„ Erm. Ah! quel Boemondo? — Il mio furor

„ Is. Perdona
La sua ferocia alle sciagure, al padre
Di chi due volte ti salvò la vita.
Erm. Ei svenò mio fratello.
Is. E il tuo fratello
Gli trucidò la sposa, e in lui rivolse
La taccia vil dell’assassinio infame
Gli fè perir la figlia... Ei pur di fame.
Opra de’ suoi furori
Dovea perir.
Erm. Che orrori!
Is. Generoso è il tuo core: a due famiglie
La pace omai ridoni! con fervore
Erm. Come!
Is.   Se tu perdoni...
Erm. severo   E sperar puoi?...

Is. Se felice mi vuoi, se vuoi ch’io viva...

Deh? cedi, o padre: con espressione animata
Erm. agitato   E ch’io!...
Is.   Tebaldo adoro:
Se da lui mi dividi...
Erm. Lasciami... taci... partendo
Is. con forza   La tua figlia uccidi. lo segue


SCENA XIII.

Volte antichissime nella torre del Castello.

Boemondo senz’elmo, fra guardie, e poi Tebaldo.


Boe. Il mio fato è compiuto:

Tutto è perduto... fin la speme. Ancora
Pochi momenti; E poi,
Ombre dilette, a voi
M’unirà morte... e qual morte!

fremente rimane cupamente concentrato

Teb. si ferma   L’estremo

Dover si compia: - Io tremo s’avanza
Padre...tristissimo
Boe. Indegno! — Tu qui? — che vuoi? — severo
Teb. Perdono.
Boe. Osi sperarlo?
Teb. E in questi ultimi istanti con passione
Il tuo cuore!deciso
Boe. L’amor mio ridonarti... a un patto — e giura
Al mio volere estremo,
Giura, che obbedirai.
Teb. Lo giuro
Boe.   Dammi il tuo pugnal.

Teb. con raccapriccio   Che fai!

ad un severo cenno di Boemondo gli porge tremando il suo pugnale
Boe. Mira d’avverso fato con fermezza
        Come al furor m’involo;
Teb. Fra l’ombre, o padre amato, deciso
        Non scenderai tu solo:
Boe. Morte da vil m’attende:
Teb. Non resta a me più speme... cava la spada
Boe. Figlio, si mora insieme

S’abbracciano: Boemondo alza il pugnale al suo petto: Tebaldo rivolge la spada al suo cuore:

 In questo...

SCENA ULTIMA

Entra anelante Isolina accorrendo fra Tebaldo; e Boemondo, e loro trattenendo il colpo, mentre Ermanno s’affretta a Boemondo.

Cavalieri, Guardie, Scudieri con due bandiere, un Cavaliere colla spada di Boemondo, Paggi


Is. a Teb. Ferma!

Erm. a Boe.   T’arresta...
Teb. stupefatto   Oh Dio!
Is. Vivi per me... lieta tenerissima
Erm. a Boe. 7 Sei libero,
Teb. sorpreso E sarà ver?
Boe.   Che intendo?
Erm. A’ prieghi d’Isolina
Alla virtù m’arrendo:
La vita che Tebaldo
A me serbò, ti rendo:

Cessino gli odj; omai:

Pace trionfi, e amor.
Boe. E tu sì grande!... e puoi? con ammirazione
Erm. con effusione   Tutto obliare Amici,
Felici in loro... gli stende la mano
e accenna a Boemondo Isolina e Tebaldo
Boe. E voi!... commosso a Teb. e Isol.
Teb.   Padre!...
Is.   Signore... gli stendano le braccia
Erm.   Abbracciami.
Boe. non resiste si getta fra le loro braccia
Ah sì! Ci unisca omai
La pace, e l’amistà. Tutti ripetono

I Cavalieri esultano, e gli abbracciano. Gli scudieri alzano e sventolano le due bandiere di Tromberga, e d’Altemburgo e le uniscono sopra i personaggi.

a 4 Come più dolce al core,

Dopo crudel tormento,
E’ il tenero momento,
Che giubilar ci fà!
Alternin pace, e amore
L’ore di vnostra età
Coro Alternin pace, e amore
L’ore di vostra età gruppo analogo.


FINE DEL MELO-DRAMMA

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