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Questo testo fa parte della raccolta Poesie inedite (Pellico)


TERESA CONFALONIERI.





Lux justorum laetificat.

(Prov. 13. 9).



No, pia, no, gentile,
     Per me non sei morta!
     Ti veggio, simìle
     Ad angiolo sorta,
     Su sposo e fratelli
     6E amici vegliar.
          Dal ciel mi risuona
     Tua dolce parola,
     Che spiriti innalza,
     Che petti consola:
     Così già solevi
     12Di Dio favellar.

Se il cor mi si turba
     In me rivolgendo
     Che i giorni tuoi santi
     S’estinser, gemendo;
     Che giovin peristi
     18In lungo patir;
          Io scerno che il pianto
     Mi tergi e sorridi!
     Io scerno che al cielo
     Ne inviti, ne guidi!
     Io t’odo che appelli
     24Felice il martìr!

Ell’era di quelle
     Serafiche menti,
     Vissute nel mondo
     Sublimi, innocenti,
     Amando, pregando,
     30Chiamando a virtù.
          Doloran pei cari,
     Doloran per Dio;
     Lor merto arricchisce
     Chi in merti fallìo:
     Lor vita è Calvario,
     36Lor norma è Gesù!

Ti piansi, ti piansi
     Con alto rammarco,
     Per me, pel tuo sposo
     D’angosce sì carco!
     Ma udii la tua voce
     42Parlarmi nel cor.
          « Le fere sventure
     » Son date a’ mortali,
     » Perchè dalla terra
     » Dispieghino l’ali,
     » Cogliendo le palme
     48» Che colse il Signor ».

No, pia, no, gentile,
     Per me non sei morta!
     Ti veggio, simìle
     Ad angiolo sorta,
     Il vedovo amico
     54E me sostener.
          Ti veggio splendente
     Di gioie supreme;
     Ti veggio accennante
     Le sedi, ove insieme
     La pace dei forti
     60Dovrem posseder!


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