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Ugo Foscolo - Tieste (1797)
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Notte
La sala è appena illuminata da un lontano chiarore
Erope
O Tïeste... Tïeste... ove mi lasci?
Ove tu fuggi? e il misero tuo figlio
Come abbandoni? Deh! t’arresta... lassa!
E chi m’intende? – È notte; cupa, muta,
5Profonda notte: ancor nell’atrio forse
Tïeste sta... Dove m’innoltro? Infamia
Là dentro è, infamia: abbominevol donna
Cotanto io sono? Oimè! che amante e madre
Del par son io: vano è il rossor; ti sieguo,
10T’ubbidisco, Tïeste. – O vergognosa
Esecrabile idea! Notturno, fero
Delirio, fuggi; va: lascia ch’io torni
Al pianto; lascia.
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