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Atto quarto

Scena seconda
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Tieste, e Detta

 

Tieste

(inoltrandosi lentamente)
O notte!

Erope

(Parmi? O voce
15Suona d’intorno?)

Tieste

O notte! io ti consacro
Fraterno sangue.

Erope

(Forsennato! Il passo
Qui gli fia tolto).

Tieste

20Tremo? E pende intanto
Su me il brando tirannico. –
Impugna un ferro
Tu, ferro
Vendicator, liberator, ferisci.

Erope

Qui sol ferisci.

Tieste

25O! chi se’ tu? Qual voce!...
Erope?...

Erope

Iniquo
Accostandosi a Tïeste.

Tieste

Or tu t’arretra: inciampo
Fia questo tuo, che costeratti sangue;
30Nè altro ci salva, che il delitto. Vanne.

Erope

Ferma: dove precipiti? Quel ferro
A me, Tïeste, a me.

Tieste

L’avrai... fumante. –
Orrido arcano è omai svelato: insidia
35Di re vil qui mi trasse: ebben se l’abbia
Quella, ch’ei vuol, morte.

Erope

Fraterna morte!
Morte di re!

Tieste

Quest’è notte di pianto,
E a noi di morte, o pace. Odi, e abbandona
40Me al mio furor. – Come lasciaiti, e all’atrio
Tornai del tempio, non veduto vidi
Al debil raggio di lontano lume
L’Argivo ripassar, che per Micene
Tua morte sparse: e con voce soppressa
45A Emneo parlava, e ’l nome di Tïeste
Tra il silenzio mi giunse; io quindi volli
Seguirli ambo da lungi. – Qui s’aggira,
Chè anzi di me mosse ver Argo, intesi
Dire sommessamente. Muti, muti
50Scesero, e nulla intesi io più.

Erope

Sospetto
Lieve ti tragge al fratricidio.

Tieste

Oh donna!
Mal fermo hai cor: non se’ tu madre? Trema.
Fiati tal nome un dì causa perenne
Di lagrime, di sangue. Al re, se il vuoi,
55Me vittima e tuo figlio offri: lo svena
Su me già agonizzante: Atreo sul nostro
Sangue passeggi, e ci calpesti: è vita
La mia d’orror; nè di me duolmi; duolmi
Di te. – Di te che fia?

Erope

Non sarò mai,
60Segua che può, di più feroci eccessi
Complice mai.

Tieste

Il reo son io.

Erope

Che! rea
Sareimi io più, se al tuo t’abbandonassi
Rabbïoso attentato; or va: tua morte,
65Folle, tu tracci, non d’Atreo; l’accerchia
Stuol di guardie fedeli, armate tutte
Per trucidarti.

Tieste

Trucidarmi? M’arma
Vendetta il cor: avventerommi; esangue
70Pel mio braccio cadrà; dispersi allora
Que’ sgherri suoi, a me, quai sono, schiavi
Si prostreran.

Erope

Nutri tua speme ad agio:
Ma a fin per me non giungerà.

Tieste

Dicesti?
75Ora mi lascia.

Erope

E quel che promettesti,
È forse ciò? Così d’Argo abbandoni
L’infauste mura? Folle me! A’ tuoi detti
Creder io mai dovea?

Tieste

80D’abbandonarle
Tempo or non è. Più che a cimento, a certa
Morte n’andrei: troppo soffersi; è questo
L’unico istante che da tanto affanno
Mi sciolga al fine, ove tu sgombri.

Erope

Ah! fuggi:
85Miei gli spasimi sien, miei sien gli affanni,
Mie le lagrime, mie; tutto in me sia,
Purchè libero tu.

Tieste

Nè conoscesti
Di qual io t’ami amor? Te in pene, io salvo?
90Morire, o teco lagrimar sin morte
Resta solo a Tïeste: e questo fia,
Se te perder dovrò.

Erope

T’affidi or tanto,
95Empio, a tuo core? Chi te allor da eterno
Torriati affanno? Pur ch’altro ti manca
Fuorchè gustar sangue german? Ma il gusta,
T’abbevera, ti pasci: indi che speri?
Certo non me; che son d’infamia carca,
100E troppe son: del talamo d’Atreo
All’inaudito scorno, e chi riparo
Porger può mai? non già Tïeste.

Tieste

Or quella
Non se’ tu, che giurasti amore e morte?

Erope

Iniquo! amore a te! Non mai: non altro
105Che orrore a te. Fuggi da me; tue mani
Son parricide; io la tua voce orrenda
Odo sonar dentro il mio cor: la voce
Dell’empio è questa, e seduttrice voce...
A che ti stai ferocemente immoto?
110Non vibri il colpo? vittima, trïonfo
Pieno sarò del tuo furor: ma colpa
Infame, immensa, e di tutte tue colpe
Maggior ti fia di tuo fratel la morte. –
Oh! muto tu con torvi occhi mi guati!
115Eccoti dunque il petto: il pugnal drizza,
E in mezzo al cor tutto mel pianta.

Tieste

... Taci.
Non vedi tu?

Erope

Vaneggi?

Tieste

– Ubbidirotti;
Ucciderò. –

Erope

120Tu fremi?

Tieste

– Il braccio reggi
Tu. –

Erope

Di morte tu parli? Ebben la bramo;
Ma da tue mani: svenami, il ridico,
Svenami, e fuggi. – Gli estremi momenti
125Non funestar di mia misera vita;
Io te l’offro; ella è tua... Sia tutto tuo;
Ma va, ch’io non ti vegga.

Tieste

Ombra... gigante
Qui dinanzi non vedi? Ha fiamma il crine,
Sangue negli occhi bolle, e di atro sangue
130Sprazzi li grondan dalla bocca; mira...
Sul mio volto gli slancia. Ella mi tragge
Pel braccio. – Vengo, vengo.

Erope

Oh!

Tieste

Vengo, vengo:
Sangue chiedi? l’avrai: Quelle grand’orme
Che tu stampi di foco... sieguo. – Oh! lampo!
135Oh! tenebre! Oh singhiozzi moribondi!...
Erope... il vedi? senti tu? – Ma dove
Lo spettro è, che scortavami? Lo voglio,
Lascia, seguir. – Tu, tu, vil, mi trattieni.

Erope

Quai precipizj!... ove corri? Deh...!

Tieste

A tutto:
140Sia che si vuole; scostati; ho risolto. –

Erope

Oh dio! – Giacchè non vuoi da me tu udire
Nulla ragion, le voci ascolta almeno
Della pietà: per quel fatale amore,
Che ci congiunse, per tuo figlio, all’ira
145Snaturata pon modo. – T’amo, il sai,
Nè tal compenso rendermi. Di colpe,
D’esecrazioni graverammi a dritto
Il mondo teco!... Deh! cessa... deh! fuggi,
O mi traffiggi.

Tieste

150Sì. – Che fo? – T’ascolto,
O donna, troppo; moriam tutti, o cada
Atreo.

 

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