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Atto quarto

Scena quinta
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Atreo, Ippodamia, Guardie nel fondo

 

Atreo

Al nuovo dì tremenda
L’avrai. Giocondo il tuo morir mi fia,
Poichè assecura il viver mio.

Ippodamia

Qual volgi
300Cura feroce?

Atreo

No; lieve: di morte
Punir chi morte dar voleami: dritto
Quest’è, che spetta a ogni uom: ma di tal morte...
Di tal... quest’è dritto di re: varrommi.

Ippodamia

305Tïeste?...

Atreo

Ei regicida.

Ippodamia

Oh ciel!... vorresti...
Punir delitti con maggior delitto.

Atreo

Altro ve n’ha del suo maggior? – Sì... forse...
310Altro ve n’ha: ma non delitto; è santo
Anzi il castigo, ed il furor d’un sire.

Ippodamia

Deh! ti scorda quell’onta.

Atreo

Onta è di sangue,
E sangue vuolsi, ond’obbrïarla.
Parte seguito dalle Guardie.

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