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Le scuse de Ghetto Un conzijjo da amico
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

TRISTO A CCHI TTOCCA

     Nissuno ve l’impuggna, sor Tobbia,
C’a Rroma li prelati e ccardinali,
Un po’ mmeno o un po’ ppiù, ssò1 ccapitali
Da ffasse er zeggno2 de la crosce e vvia.

     Puro nun zò3 li furbi prencipali,
E sse4 dà cchi li passa in birberia.
Diteme un po’ cchi ha vvisto mai gginìa5
Peggio de la gginìa de li curiali.

     Ciànno6 inzino un oremus7 che ss’addopra
Pe’ cchiede8 a Ddio de disturbà la pasce
De le famijje e gguadaggnacce9 sopra.

     Quest’è un punto pe’ mmé bbell’e disciso10
Che un par che sse ne sarvi sia capasce
De mette11 sottosopra er paradiso.

7 aprile 1835

  1. Sono.
  2. Da farsi, incontrandoli, il segno, ecc.
  3. Sono.
  4. Si.
  5. Genia.
  6. Ci hanno: hanno.
  7. “Suscita. Domine, lites et controversias inter volentes et malesolventes, etc..„
  8. Per chiedere.
  9. Guadagnarci.
  10. Deciso.
  11. Di mettere.

Note

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