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Questo testo fa parte della raccolta I. Rustico Filippi
XXXI
La sua donna è superiore a tutte le altre.
Tutte le donne, ch’io audo laudare,
parmi che lor non aggiano bieltate;
quando posso la mia donna membrare,
4son neiente le laude, che son date.
Ma’ che vorria ch’Amor tanto in parlare
mi desse graza, ch’io con veritate
savesse a tutta gente addimostrare
8com’è somma de l’altre donne nate.
Deo, ché maraviglia sembreria
a dir tanta smisura di bellezze,
11quante son quelle di madonna mia!
Per ch’io non posso dir le grand’altezze;
io non so se m’avvèn per gelosia,
14ch’io non oso nomar le sue adornezze.
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