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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
UN CARCOLO PROSSIMATIVO.
Una vaccina dell’Agro Romano,
Senza la pelle, l’interiori, l’ossa,
Er zangue e ’r grasso, pò ppesà, Gghitano,1
Un quaranta descine2 a ddìlla grossa.3
Valutanno mó er grano a la riscossa
Da la mola e ffrullone,4 io dico er grano
D’oggni rubbio,5 un pell’antro,6 se ne possa
Fà un cinquanta decine pe’ lo spiano.
Incirc’ar vino poi, tu adesso mette7
C’una bbotte da sedisci8 a la fine
Dà ddu’ mila e cquarant’otto fujjette.
Dunque, l’Eminentissimo s’iggnotte,9
Drent’a ddiescianni, trentasei vaccine,
Quinisci rubbia, e cquarantotto bbotte.
12 dicembre 1834
- ↑ Gaetano.
- ↑ [Diecine. E, detto così assolutamente, s'intende sempre di libbreFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte.]
- ↑ [Al summum.]
- ↑ [Al riscuoterlo dal molino e dal frullone; come torna dal molino e dal frullone.]
- ↑ Il rubbio da grano pesa 64 decine di libbre.
- ↑ [Un per l'altro: l'un per l'altro.]
- ↑ Metti.
- ↑ Le botti da vino sono comunemente di 8 o di 16 barili. Il barile porta 32 boccali, il boccale 4 fogliette.
- ↑ S’inghiotte.
Note
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