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Questo testo fa parte della raccolta V. Da 'Memorie e lagrime'
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UN GIORNO D’INVERNO
Sempre, sul farsi della tacit’ora
crepuscolar, m’invaile una tranquilla
malinconia, che dolcemente irrora
questi occhi del dolor che da lei stilla.
Guardo il foco morente, e m’innamora
tenervi intenta e fisa la pupilla,
insin che appena qualche brace ancora
tra la commossa cenere scintilla.
Il crepitar di quella ultima vita,
l’ombra addensata e la cadente neve
di piú cupa tristezza il cor mi serra.
E prorompo dall’anima atterrita:
— Mio Dio, che sogno è questo viver breve
Mio Dio, che solitudine è la terra! —
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