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Questo testo fa parte della rivista Rivista italiana di numismatica 1898
Questo testo fa parte della serie Appunti di numismatica romana


XLVI.


UN NUOVO CONTORNIATO.


Dopo quanto ho detto intorno ai Contorniati1, dopo d’avere esposta una teoria — che, a quanto mi consta, fu anche generalmente bene accolta — la quale li esclude affatto dalla numismatica, dimostrando come non vi furono fin qui ammessi per altra ragione che per la loro parvenza esteriore, non ispetterebbe certamente a me di presentare un nuovo contorniate, in questa Rivista. Ma, invocherò la medaglistica, che può compiacentemente accogliere ciò che la numismatica rifiuta; e poi si tratta — se questa è una ragione — di uno dei nomi più rari, d’Adriano, del quale non si conoscono che pochissimi contorniati; infine poi il pezzo proviene dalla Collezione Boyne e qui trova il suo posto in seguito alla descrizione delle monete.

Cohen, come Sabatier, non conoscevano che due contorniati d’Adriano. Due altri vennero aggiunti da Charles Robert e sono riportati nella seconda Edizione del Cohen, ora ecco la descrizione del quinto:


    D/ — HADRIANVS AVGVSTVS. Testa laureata a destra.

    R/ — COS III. L'Equità colle bilancie e lo scettro.

(Tav. II, N. 12).


Il diametro è uno dei minimi conosciuti fra i contorniati, ossia di soli 30 millimetri. L’arte, quantunque il contorniato sia fuso, è quella dei migliori, al punto che, parendomi superiore all’epoca in cui questi pezzi furono fabbricati, mi sembrerebbe lecito supporre che il pezzo fosse prodotto, almeno pel lato della testa, mediante un calco preso su di una moneta originale d’Adriano o per lo meno fu copiato molto esattamente. Vi è difatti tutto il rilievo e quella schiettezza di somiglianza che siamo usi vedere nelle belle monete contemporanee, ma che non s’incontra mai nei contorniati, anche nei migliori dei quali si tradisce sempre il vano sforzo di riprodurre le antiche fisionomie. Nell’altro lato, per quanto ben fatto, l’arte non raggiunge simile perfezione e non verrebbe il dubbio di supporre quell’Equità ricalcata da un antico sesterzio, anche prescindendo dalla mancanza delle lettere S. C.


Francesco Gnecchi.               






  1. V. Rivista Italiana di Num. 1895 — Appunti di Num. Rom., N. XXXIII e XXXV.


Note

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