Questo testo è completo, ma ancora da rileggere.
Questo testo fa parte della rivista Rivista italiana di numismatica 1896


UNA MEDAGLIA SATIRICA

di

CAMILLO MARIANI


Quattro anni or sono io pubblicavo un articolo su Camillo Mariani, coniatore di medaglie, nato in Vicenza il 1565 e morto in Roma il 16111. Delle sette medaglie, in onore di Cornelio Gallo, di Quinto Remio Palemone, d’Allieno Cecina, di Alferisio conte di Vicenza, di frate Giovanni da Schio, d’Alberto Marano e di Girolamo Gualdo, delle quali avevo attinto la notizia dal Museo Gualdo, uno scritto allora inedito ed ora di pubblica ragione2, io non tenevo allora sott’occhio che un esemplare della rappresentante l’Alferisio, di cui fu prodotto il tipo in capo all’articolo. E i tipi delle tre, in onore del Gallo, del Palemone e del Marano, m’eran dati a vedere, i due primi nel Museo Mazzucchelliano3 e il terzo in un codicetto inedito della Biblioteca Comunale di Vicenza4. Lo scritto sul Mariani mi valse successivamente la conoscenza della medaglia in onore di fra Giovanni da Schio, sulla quale ho pubblicato pure un articolo con la riproduzione del tipo5. Ed ora devo allo stesso scritto sul Mariani la conoscenza della medaglia in onore di quell’Allieno Cecina, che Cornelio Tacito dice di Vicenza e del cui valore si parla nelle Storie e negli Annali.



Nel breve scritto, pubblicato nel 1891, dichiaravo che di questa medaglia del Mariani, nessuno, il quale mi fosse noto, aveva parlato di proposito, che non si sapeva, se essa si fosse, o no, smarrita e che s’ignorava persino se qualche esemplare si custodisse in alcuna delle collezioni, pubbliche, o private, d’Italia e d’altre terre. Aggiungevo anzi che gli scrittori vicentini, i quali ne avevano fatto cenno, non ne davano descrizione alcuna nè del diritto, nè del rovescio, non ne dichiaravano le dimensioni, non ne riportavano nello stesso modo la leggenda, ch’era, a dir vero, una iscrizione di tempi romani, fatta conoscere la prima volta dal Trinagio siccome adulterina, o immaginaria. La soverchia lunghezza della leggenda stessa mi metteva anzi nel sospetto ch’essa non fosse scolpita per intero nel diritto, ma si leggesse, mi pare almeno, anche nel rovescio. Ora devo dichiarare che il sospetto non era senza fondamento. La leggenda della medaglia è ben altra dalla iscrizione, che vi si diceva scolpita. Devo la dissipazione del dubbio al dotto uomo Clotaldo Piucco, segretario dell’ufficio regionale di Belle Arti in Venezia. " Mi permetto, scrivevami egli il 25 settembre dal 1895, rivolgermi a lei, benchè non mi conosca, perchè leggo in questo momento un suo articolo nella Rivista Numismatica su Camillo Mariani coniatore di Medaglie, e posso darle notizie, se in questi anni, dacchè ha scritto l’articolo, non le ha già avute, che la medaglia di Allieno Cecina, evidentemente della mano di quella d’Alferisio, trovasi in questo museo archeologico del Palazzo Ducale „. E proseguiva avvertendomi che la medaglia era Satirica, mandandomi nel medesimo tempo " un calco un po’ deperito, „ non avendone, com’egli dichiarava, «di migliori. „



La medaglia, rappresentante l’illustre personaggio, di cui tengo sott’occhio il calco, è in bronzo. 11 suo diametro è di quarant’otto millimetri. Reca nel diritto il busto del Cecina, volto a destra, in età giovanile, senza barba, a capo scoperto con capelli non so se io mi dica meglio, o ricciuti o rabbuffati, in corazza. Vi si legge all’ingiro: — " A CECINVS . MEN • VIT • ESERC • IMPERAT • „ - Nel rovescio sono incise le due sole iniziali: — " G • E • „ — La leggenda letta, secondo il Piucco, nella sua interezza: Allienus Cecinus Vicentinus mendax Vitellii Exercitus Imperator. Le sigle poi del rovescio suonerebbero: Germanicus Exercitus. Nel Museo Archeologico del Palazzo Ducale la medaglia è ordinata tra quelle del secolo decimo sesto, appartenenti a Vicenza. E ch’essa sia di natura satirica si raccoglie dalla scheda relativa. Vi si deride cioè un individuo della famiglia Cecini di Vicenza, che si vantava discendere dall’Allieno Cecina, il noto capitano, vissuto agli stipendi dell’Imperatore Vitellio. Parrebbe quasi che la conferma del fatto dovesse leggersi nella Istoria Ecclesiastica di Vicenza del Barbarano. Nulla di men vero. L’autorità dello storico vicentino vi si cita per l’esposizione che nell’opera di lui si fa delle imprese del Cecina, ricordato dallo storico romano. Nè io saprei dire quale fosse l’individuo, messo in derisione dalla medaglia del Mariani. Tra le famiglie vicentine io ho cercato indarno i Cecini, ricordati dalla medaglia e dalla scheda del Museo Ducale di Venezia6. Ben vi ho incontrato tra gl’individui del secolo decimo sesto i Cecchini, il cui cognome latinizzato si scambiò forse in Cecini; ma di nessuno di questi è fatto cenno, come d’uomo vissuto e segnalatosi tra l’armi. Dalle sigle del rovescio scaturisce appena la congettura che il Cecini della medaglia servisse l’Imperatore o qualcuno dei principi della Germania, ovvero parteggiasse, come, che si voglia, per la causa della Germania, lacerata allora più che mai da discordie intestine e da lotte d’ogni maniera.



Data la natura satirica della medaglia, confesso schiettamente che mi sorge nell’animo un sospetto. Dubito cioè che con simile intendimento possano essere state gettate alcune altre delle sette del Mariani, e di preferenza le rappresentanti Cornelio Gallo, Remio Palemone e il Conte Alferisio. Chi potrebbe dire che ne’ due primi non si adombrassero taluni de’ poeti, numerosi allora in Vicenza, e nel terzo qualcuno degli uomini d’armi, de’ quali pure non si scarseggiava, vissuto agli stipendi del papa?


Bernardo Morsolin.        




  1. Rivista Italiana di Numismatica Anno IV, fasc. I-II, Milano, Cogliati, 1891.
  2. B. Morsolin, Il Museo Gualdo in Vicenza, pag. 75 (Estr. dal Nuovo Archivio Veneto, Tomo VIII, pag. I-II). Venezia, Vicentini, 1894.
  3. Museum Mazzuchellianum, Tomo I, pag. 16, tav. III. — Idem, Tomo I, pag. 33, tav. VI, u. b. Venetiis, 1761.
  4. Della famiglia Marano, Lib. B, msc. nella Bibl. Com. di Vicenza.
  5. Tre Medaglie in onore di Frate Giovanni da Vicenza (Estr. dalla Riv. Ital. di Num., Anno V, fasc. II). Milano, Cogliati, 1892.
  6. Ecco la scheda. " Sec. XVI, Med. Vicenza, Dir. A. Caecinus, Vicent Vit. exerc. Imperat. Busto a destra con capelli arrabuffati, testa scoperta, corazza. T. G. E, Germanicus exercitus, — Medaglia gettata in bronzo del diam. 0,48, per motteggiare un individuo della famiglia Cecina di Vicenza nel secolo XVI, che pretendeva discendere da Allieno Cecina, comandante dell’Esercito di Vitellio. (V. Barbarano, Historia Ecclesiastica di Vicenza, Lib. IV, pag. 380-386) „.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.