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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Angelo Di Costanzo
II
Veggio, Alessandro, il tuo spirto beato
Il veggio; o figlio, e non m’inganna amore,
Star lieto vagheggiando il suo Fattore
Di raggi eterni cinto e circondato.
5E tanto più del mio sinistro fato
Mi lagno, poichè vuol che ’l mio dolore
Non basti a far volar l’infelici ore
Dell’aspra vita mia più dell’usato:
Che, bench’io grave e vil giunger non speri
10Ove tu scarco e nobil pellegrino
Salisti a’ gradi più sublimi alteri;
Pur, del Ciel fatto ignobil cittadino,
L’alte tue glorie, e i tuoi diletti veri
Almen veder potrei più da vicino.
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